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Neemias Cortes lavora per Convoy of Hope da quasi cinque anni come International Disaster Service Response Manager: lo abbiamo intervistato sulla partnership che vede insieme Convoy of Hope e Rise Against Hunger Italia operare in un Paese, l’Ucraina, ancora al centro di un conflitto che proprio oggi segna la triste ricorrenza del secondo anniversario delle operazioni di guerra.

“Il mio lavoro con Convoy of Hope mi permette di essere accanto alle comunità colpite da disastri in molte parti del mondo. È un privilegio poter essere parte di un’organizzazione che si impegna a portare assistenza e speranza dove ce n’è più bisogno”.

Neemias Cortes

 

1) Il 24 febbraio 2024 ricorre il secondo anniversario dell’inizio delle operazioni militari russe in Ucraina. Come sono cambiate le necessità della popolazione nel corso di questi due anni e nelle varie fasi del conflitto e com’è cambiata la situazione del Paese, da quando siete arrivati sul campo due anni fa fino a oggi?

La situazione in Ucraina si è evoluta significativamente nei due anni trascorsi dall’inizio delle operazioni militari russe. Nei primi tempi le persone avevano molta paura di quello che stava accadendo e del caos in cui erano state catapultate all’improvviso, ma erano anche terrorizzate dall’ignoto, perché non sapevano per quanto tempo sarebbe durato il conflitto. Oggi, dopo due anni, la principale preoccupazione della popolazione è cercare di sopravvivere a questa crisi prolungata. Alcune persone che avevano precedentemente lasciato l’Ucraina sono poi tornate nel loro Paese, guidate dalla speranza di una risoluzione del conflitto, e si sono, invece, trovate di fronte a una situazione critica come quella che aveva determinato la loro partenza ma aggravata dalle sfide dell’inverno. Buona parte dei tanti bombardamenti, infatti, si sono concentrati sulle infrastrutture, e hanno reso tutto più difficile da sopportare, soprattutto una stagione come l’inverno.

 

2) Quali sono le principali difficoltà legate all’intervento umanitario in una zona di guerra e quali le particolarità di questo conflitto e di questi territori?

La principale difficoltà dell’intervento umanitario in una zona di guerra risiede nell’accesso ai territori che si trovano o si sono trovati sotto il controllo russo in questi ultimi due anni. Si tratta di aree spesso molto difficili da raggiungere e i nostri volontari locali in quelle stesse aree ci raccontano di esperienze drammatiche come per esempio gli attacchi missilistici mirati ai veicoli umanitari, che pur non causando vittime rendono di fatto impossibile la consegna e la distribuzione di quegli stessi aiuti. Purtroppo storie simili non sono rare e le organizzazioni umanitarie si trovano ad affrontare questa e altre difficoltà nella distribuzione finale degli aiuti, derivanti in parte anche dal fatto che alcuni residenti sono stati costretti a rimanere nelle proprie case nonostante la mancanza di risorse, perché anziani o con disabilità.

3) Parliamo di numeri: come si è sviluppata la collaborazione tra Convoy of Hope e Rise Against Hunger Italia nel supporto delle necessità alimentari della popolazione ucraina negli ultimi ventiquattro mesi?

Rise Against Hunger Italia è stato un partner indispensabile nel supportare i bisogni alimentari della popolazione ucraina negli ultimi ventiquattro mesi. Le scatole con all’interno quello che serviva per scongiurare il dramma della mancanza di cibo hanno dimostrato di essere fondamentali nell’aiutare le persone che vivono al centro del conflitto. Ci tengo molto a sottolineare l’attenzione e l’organizzazione con cui vengono confezionati i pacchi alimentari di Rise Against Hunger Italia: ogni singolo alimento, dalla pasta al riso, dall’olio alla carne in scatola, contribuisce a un pasto completo, e tutto questo riesce a far percepire a coloro che ricevono i pacchi di non essere soli, gli trasmette la sensazione concreta che qualcuno continua a fare qualcosa per alleviare le loro sofferenze in un momento estremamente critico della loro vita. Le distribuzioni delle scatole negli ultimi mesi si sono concentrate nelle zone di Kyiv, Volyn, Dnipro, Donetsk, Kharkiv, Kherson, Zaporizhzhya, che sono anche tra le più colpite dal conflitto: grazie alla nostra partnership, nel corso di un anno insieme siamo riusciti ad aiutare più di 42.000 persone, con oltre 475.000 pasti.

 

4) Ricordiamo ancora con emozione le parole di un volontario di Convoy of Hope nel descrivere l’importanza di restituire dignità alle persone anche con un pacco alimentare, e di come questo le facesse sentire parte di una comunità: quanto ha aiutato a sviluppare un sentimento di solidarietà condiviso e di aiuto reciproco?

Sì, ricordo anche io le parole di un nostro volontario riguardo all’importanza di restituire dignità alle persone attraverso gli aiuti alimentari. Ed è proprio quello che riusciamo a fare grazie alle scatole alimentari di Rise Against Hunger Italia, perché non stiamo solo nutrendo i loro corpi, stiamo anche ripristinando la dignità di persone che hanno perso tutto. L’impatto di questi aiuti va oltre il sostentamento nutrizionale di un individuo: è una vera testimonianza del potere trasformativo della compassione e della solidarietà, un potere capace di cambiare le vite delle persone. Aggiungo un dettaglio importante: i kit forniti da Rise Against Hunger Italia hanno delle caratteristiche così alte a livello qualitativo per cui noi siamo sicuri che, ogni volta che uno di questi carichi alimentari ci viene consegnato per essere distribuito, sarà di grande aiuto per le famiglie che lo riceveranno, famiglie e persone che non avrebbero altrimenti accesso a queste risorse di base ed essenziali per una vita dignitosa.

 

Convoy of Hope è un’organizzazione di base religiosa che ha come missione quella di “nutrire il mondo” attraverso iniziative di alimentazione per bambini, attività di sensibilizzazione delle comunità e interventi tempestivi in caso di disastri. In collaborazione con chiese locali, aziende, organizzazioni civiche, agenzie governative e associazioni come Rise Against Hunger Italia, Convoy of Hope offre aiuto e speranza alle comunità di tutto il mondo.

 

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