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La guerra in Ucraina, a livello mediatico, ha purtroppo seguito la triste parabola che caratterizza ogni conflitto: una grande attenzione iniziale, concretizzatasi in molte manifestazioni di solidarietà di varia natura, e poi una lenta ma progressiva scomparsa dai notiziari e dai giornali, per far posto a nuovi temi e nuovi argomenti. Lo scorso 10 marzo, al Dolby Theatre di Los Angeles, un riconoscimento importante ha riportato per una sera sotto i riflettori il conflitto, a poco più di due anni dal suo inizio e in una fase ancora lontana dal suo termine.

 

Il 10 marzo 2024, nel corso dell’annuale cerimonia, è stato assegnato il premio Oscar a un documentario dal titolo “20 days in Mariupol”, del regista e giornalista ucraino Mstyslav Chernov, già vincitore del premio Pulitzer con Evgeniy Maloletka, Vasilisa Stepanenko e Lori Hinnant per il reportage collettivo per Associated press del 2022, incentrato appunto su Mariupol, la città simbolo dei primi mesi di guerra, tristemente nota anche per il terribile bombardamento russo dell’ospedale pediatrico.

Sembra un paradosso che un evento tanto alla moda sia l’occasione per tornare a parlare di Ucraina, per non dimenticare, per fare in modo che l’opinione pubblica resti concentrata anche su eventi che si prolungano negli anni: mantenere viva l’attenzione per una guerra che va avanti nonostante l’indifferenza è una sfida che, come associazione, fronteggiamo ogni giorno e che cerchiamo di affrontare con l’impegno e la collaborazione tra enti e organizzazioni.

 

L’impegno di Rise Against Hunger Italia per l’Ucraina.

Oltre a Convoy of Hope, che abbiamo raccontato nel nostro ultimo articolo grazie all’intervista a Neemias Cortes, il nostro coinvolgimento nel conflitto in Ucraina si lega a un altro partner sul territorio: Feed the hungry UK. Grazie al loro supporto, infatti, abbiamo potuto distribuire (e continuiamo a farlo) migliaia di scatole contenenti aiuti alimentari ma anche beni di prima necessità.

Attraverso viaggi complessi e percorsi difficili, passando dai Paesi dell’est Europa come Bulgaria, Romania, Polonia e Repubblica Ceca, gli aiuti sono arrivati sia ai rifugiati, che già a partire dai primi mesi di guerra si sono spostati nei Paesi vicini, sia a chi in Ucraina è rimasto, perché nell’impossibilità di muoversi.

Donne sole con i propri figli, persone anziane, disabili, bambini senza più una famiglia: sono tante le situazioni di grande difficoltà che si sommano alla tragedia del conflitto in corso. Sono tante le vite che hanno bisogno di un aiuto concreto ma anche di dignità, e di ritrovare nelle piccole cose quotidiane frammenti di umanità.

 

I numeri del conflitto.

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, nel febbraio del 2022, le perdite in termini di vite umane sono state altissime: non conosciamo il numero esatto di soldati uccisi (da ambo le parti) perché i due Paesi non hanno mai riferito dati ufficiali ma sappiamo, grazie al monitoraggio dell’ONU, che i civili uccisi in Ucraina sono a oggi più di 10 mila (tra cui 575 minori), e più di 20 mila sono i feriti.

Al dolore delle vite perdute si affianca lo scoramento per chi in Ucraina è rimasto e deve affrontare giorni di guerra e per tutti i rifugiati che sono stati costretti a scappare: secondo i dati dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, a due anni dall’inizio della guerra sono quasi 6,5 milioni i rifugiati ucraini che si sono visti costretti ad abbandonare il Paese, mentre più di 3 milioni e mezzo di persone risultano ancora sfollate all’interno dell’Ucraina stessa.

 

Il 2023: un anno di aiuti e speranze per l’Ucraina.

Spesso, pensando alle situazioni drammatiche che genera una guerra, si può essere presi dallo sconforto perché sembra che nessun gesto e nessuna azione possano migliorare le sorti della popolazione. L’esperienza che Feed the Hungry UK ha condiviso con noi, invece, è che tutto conta, e tanto: ogni piccolo aiuto, ogni forma di supporto, che sia una donazione o del tempo, è importante, e anche ogni pensiero e preghiera possono fare la differenza.

Nonostante le condizioni meteo del difficile inverno ucraino, le complicazioni legate all’ingresso degli aiuti attraverso la dogana o i ritardi causati dai bombardamenti e dall’instabilità politica della zona, con pazienza e flessibilità le nostre scatole e i nostri aiuti sono stati consegnati, sia ai rifugiati in Romania e Bulgaria, sia ai cittadini rimasti in Ucraina, tante persone e famiglie che avevano e hanno bisogno di tutto.

 

Le persone fanno sempre la differenza.

 Siamo stati molto colpiti dal racconto di Yan, un ragazzo giovane di Ismail, una cittadina ucraina al confine con la Romania. Yan è a capo della sezione New Life di Ismail, un’associazione no profit religiosa che assiste le persone in difficoltà, e ha collaborato con noi e con Feed the Hungry UK nella distribuzione degli aiuti. Ci ha raccontato che grazie alle nostre scatole si è riaccesa la speranza, perché talvolta gli aiuti hanno letteralmente salvato la vita delle persone. Gli aiuti sono stati distribuiti non solo ai rifugiati arrivati nella città di Ismail, ma con consegne regolari anche nei villaggi poveri e lontani, fino alle zone limitrofe al fronte di guerra, in cui vivono comunità che non hanno mezzi per spostarsi né luoghi in cui andare. Talvolta Yan ha dovuto fronteggiare situazioni di grande tristezza, come quando un uomo anziano, che ha rischiato di morire di fame a causa della guerra, ha ricevuto un pacco di riso, si è allontanato di qualche passo dalla squadra e dalla disperazione ha iniziato a mangiarlo crudo. Questi momenti così strazianti devono essere l’input per tanti che non hanno ancora contezza della tragedia quotidiana che sono costrette a sopportare le persone in guerra, affinché siano incoraggiati e spronati a impegnarsi per aiutare sempre di più, e sempre meglio.

 

Lo scenario futuro e l’impegno di Rise Against Hunger Italia per l’Ucraina.

 Il 24 febbraio 2024 siamo entrati ufficialmente nel terzo anno di guerra, e il 18 marzo 2024  Vladimir Putin ha conquistato il suo quinto mandato, con un vero plebiscito, registrando il 77,4 % delle preferenze e aggiungendo i prossimi sei anni ai recenti ventiquattro di ininterrotto potere. Con queste premesse, le prospettive per il conflitto ucraino restano incerte e piuttosto imprevedibili.

L’invasione del 2022 sembrava essere destinata a durare pochi giorni, e invece siamo ancora qui a raccontarne le disastrose conseguenze a distanza di due anni. Il Presidente ucraino Zelensky ha annunciato di recente che le forze armate del suo Paese stanno preparando “una nuova controffensiva” per scacciare la Russia ma al momento la situazione appare in fase di stallo, con piccole conquiste da un lato e dall’altro pagate a un prezzo carissimo e con l’incognita dell’appoggio dell’Unione Europea all’Ucraina, che deve rimanere continuo e costante per consentire una resistenza adeguata.

 

20 giorni in Mariupol, due anni in Ucraina.

C’è una scena del documentario premiato agli Oscar in cui il regista lascia la macchina da presa a qualcun altro e si mischia con le scene che stava riprendendo fino a pochi istanti prima. Le viveva in ogni caso, anche solo guardandole e filmandole, ma essere entrato fisicamente in quell’inferno lo ha reso più tangibile per lo spettatore. Nel suo breve discorso di ringraziamento per l’Oscar Chernov ha dichiarato: “Questo è il primo Oscar nella storia dell’Ucraina, e ne sono onorato. Ma probabilmente sarò il primo regista su questo palco a dire che vorrei non aver mai fatto questo film. Vorrei poter fare a cambio con una storia in cui la Russia non ha mai attaccato l’Ucraina, mai occupato le nostre città. Preferirei dare indietro ogni riconoscimento, per una storia in cui la Russia non uccide decine di migliaia di miei connazionali ucraini. Vorrei che liberassero tutti gli ostaggi, tutti i soldati che stanno proteggendo le loro terre, tutti i civili che sono in prigione in questo momento. Ma non posso cambiare la storia. Non posso cambiare il passato. Voi, alcune delle persone più talentuose al mondo, e noi possiamo però assicurarci insieme che la storia venga corretta, che la verità abbia la meglio e che la gente di Mariupol e coloro che hanno dato la vita non siano mai dimenticati. Perché il cinema forma i ricordi, e i ricordi formano la storia”.

Opere come la sua sono importanti, fondamentali per non distogliere mai lo sguardo, per non voltarsi dall’altra parte, per non fare mai finta di niente, per raccontare, finalmente, in un futuro che speriamo prossimo, una storia diversa.

Feed the Hungry è un’organizzazione religiosa nata nel 1987 che aiuta e supporta le persone in difficoltà in tutto il mondo. Feed the Hungry UK è stata fondata nel 2005 e da allora persegue come obiettivo fondamentale quello di aiutare a combattere la fame nel mondo.

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